Weakness

Song fic

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  1. Black Madness
     
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    Premesse:
    Ciao a tutti! Questa qui è una song fic di presentazione in cui si racconta di Alex, un personaggio che comparirà nella storia su TWD che stiamo scrivendo io e una mia amica :D
    Visto che lei non ha un account Forumfree ho pubblicato io la sua song (ovvero questa). Il suo nick su Efp è Rosalie97 e trovate la fic anche lì!

    Late dawns and early sunsets, just like my favorite scenes
    Then holding hands and life was perfect, just like up on the screen


    Il freddo vento gelido le sferzava contro il volto, mentre camminava a passo veloce, senza guardarsi alle spalle, senza lanciare un’occhiata a ciò che aveva abbandonato. Li aveva lasciati e non si era posta scrupoli, o almeno, ad un osservatore esterno sarebbe parso così. In realtà, si sentiva soffocare dai suoi stessi polmoni, come avessero cominciato a pensare e in combutta con il cuore, che ora le batteva in gola, avessero deciso di farla morire per asfissia.
    Lentamente.
    Era imperdonabile ciò che aveva fatto, eppure non ci aveva pensato due volte. Ora non aveva altra possibilità che andare avanti per la sua strada da sola, anche se in ogni caso non sarebbe tornata indietro: il suo orgoglio non glielo permetteva.
    Lisa stava lasciando quella Terra.
    Ma quella che si sentiva morire era lei.
    “Sono una persona ignobile, come cazzo ho potuto abbandonarli?!” pensò mentre alzava lo sguardo al cielo.
    L’aria aveva un che di elettrostatico, mentre il sole lentamente sorgeva da dietro l’orizzonte. Un’altra giornata d’inferno stava iniziando, in quel mondo andato in rovina e brulicante di esseri demoniaci.
    I pensieri di Alex correvano a Joseph. Rivedeva il suo volto, quel sorrisetto sbruffone che anche dopo tutta la sofferenza e la paura che avevano passato non si era spento. Rivedeva i suoi occhi azzurri e profondi come il mare in tempesta che potevano scrutarti l’anima e sembravano poter leggere ogni tuo pensiero.
    Cosa mai aveva fatto? Cosa le era passato per la testa? Abbandonare sua sorella nel momento nel quale aveva più bisogno della sua presenza. Era una cosa ignobile, degna solo del peggiore bastardo.
    << Accidenti >> disse, sottovoce. Non voleva farsi udire da qualche possibile vagante. Era pericoloso girare a quell’ora, mentre il buio non si era ancora dissipato del tutto e il potere della morte si faceva più forte.
    Nella mano destra stringeva il pesante coltellaccio dalla lama affilata, ricurva e lucente, anche dopo tutto il sangue fetido e marcio che aveva bevuto. Dietro, dentro gli stretti jeans beige che portava aveva la pistola, carica di ogni colpo, e nella tasca anteriore destra teneva qualche ricarica, nel caso servisse. Aveva preferito lasciare il fucile a Joseph e Lisa, così come la Glock e il machete.
    Puntò i suoi occhi scrutatori e calcolatori sulle chiome degli alberi nel boschetto al lato della strada, mentre il cielo si faceva sempre più luminoso. Alla sua sinistra c’era uno strapiombo che dava su rocce appuntite ed alti alberi verdi. Se fossero giunti i vaganti e si fosse trovata in pericolo avrebbe usato quel vantaggio, li avrebbe fatti cadere giù, sperando di non precipitare lei stessa. Schiantarsi conto una roccia ed essere infilzati non era esattamente il modo in cui sarebbe voluta morire.

    And the whole time while always giving
    Counting your face among the living


    Poco si era portata con sé, aveva preferito lasciare la maggior parte delle scorte a Joseph. Doveva occuparsi di Lisa, rendere sopportabili i suoi ultimi giorni, perché sapeva che non l’avrebbe uccisa, cosa che lei avrebbe chiesto. Avrebbe atteso il momento della sua dipartita e solamente poi avrebbe fatto quel che era necessario fare.
    “Si sentirà colpevole a vita” pensò tra sé e sé. “Conosco Joseph, fa tanto il duro ma in realtà è un pezzo di pane… Sono io quella che dovrebbe sentirsi in colpa.”
    Lo zaino che portava sulle spalle le sembrava privo di peso. Al suo interno c’erano due rotoli di garze e un antidolorifico, una piccola scatoletta contenente tre pastiglie per sintomi influenzali che sarebbero potute servirle e una bottiglietta di disinfettante. Non molto tempo addietro lei, Lisa e Joseph si erano imbattuti in una farmacia non del tutto razziata e si erano riempiti gli zaini di medicinali.
    Il cibo che aveva a disposizione non consisteva altro che in tre pacchetti di cracker ridotti in piccoli pezzettini, una lattina di zuppa a lunga conservazione e in quattro sacchettini da tre pezzi l’uno di carne secca. L’unica bottiglia di acqua che aveva era ancora piena, non voleva sprecarne nemmeno un po’.
    Il suo respiro era affannato, mentre continuava a camminare, sfuggendo da ciò che non era stata in grado di sopportare.
    Non poteva credere che i tempi in cui era stata felice ormai fossero giunti al termine.
    Non poteva credere alla fine a cui era stata condannata sua sorella Lisa, una persona buona come poche, con un immenso cuore d’oro. Non era giusto, non sarebbe dovuta finire così.

    Up and down escalators, pennies and colder fountains
    Elevators and half price sales, trapped in by all these mountains


    Si sentiva in trappola, come circondata da alte pareti di roccia, chiusa da una catena di montagne e circondata da mostri che non erano altro che i suoi demoni.
    Odiava se stessa per quello che aveva fatto.
    Odiava se stessa per via della sua immensa debolezza.

    Running away and hiding with you
    I never thought they'd get me here
    Not knowing you'd change from just one bite
    I fought them all off just to hold you close and tight


    Per così tanto tempo erano fuggite insieme, per così tanto tempo si erano guardate le spalle l’una con l’altra, sin da quando da bambine, insieme al loro papà, avevano viaggiato per il mondo.
    << Chissà cosa sarebbe successo se fossimo rimaste in Islanda… Lì avremmo potuto proteggerci meglio, conoscevamo il territorio, sapevamo cavarcela… Ma qui… Perché accidenti sono voluta venire in America?! >> parlava da sola come una pazza, mentre il giorno iniziava ed il sole si levava pallido nel cielo pieno di nuvole impalpabili ed incolori. << Mi manca la mia casa… Mi manca la pace di quegli anni felici… >>
    Avevano combattuto per così tanto tempo l’una per l’altra, spalla a spalla, sorelle nel sangue e nel cuore… Ma ora… era finita.
    A nulla era servito fuggire.
    Lisa era destinata a morire in ogni caso.

    But does anyone notice?
    But does anyone care?
    And if I had the guts to put this to your head...
    But would anything matter if you're already dead?
    And well should I be shocked now by the last thing you said?
    Before I pull this trigger,
    Your eyes vacant and stained... (x2)


    Chissà cosa stava succedendo in quegli istanti nella casa sull’albero, dove la sera prima avevano trovato rifugio… chissà se Lisa era ancora viva, presa da una febbre incontrollata, oppure se era già morta, colpita alla testa da un proiettile… Chissà di chi sarebbe stata la mano che avrebbe messo fine alla sua vita o non-vita.
    << Cazzo, dovrei esserci io lì! Dovrei essere io a prendermi cura di lei! Sono una persona orribile >> disse, parlando ancora da sola, mentre continuava a camminare.
    Al lato della strada c’era una jeep rossa rovesciata, e sotto di essa giaceva un vagante. I suoi versi erano privi di senso, gorgoglii innaturali e spaventosi. La mente di Alex immaginò la vista di Lisa, morta e putrefatta che vagava per una strada deserta, in una fredda mattina d’inverno, mentre fogli di giornale volavano via ad ogni soffio di vento e mentre le porte delle case vuote ed abbandonate sbattevano, mai più chiuse.
    Immaginò la giovane donna ora non più che un cadavere ambulante aprire la bocca, in cui giaceva una lingua nera e putrefatta, ed emettere un suono gutturale. I brividi le corsero giù per la spina dorsale, mentre con gli occhi della mente osservava quelle immaginarie iridi bianche e vuote, vacanti in cerca di cibo, e le venne voglia di piangere.
    Ma non lo fece, lasciò solo sfuggirsi una singola lacrima, che scese lentamente sulla guancia fino al collo. Lei non era una tipa da piagnistei, li odiava, anche se dentro di sé non voleva altro che somigliare alla gemella.
    Eppure faceva male, pensare che qualcun altro si sarebbe preso il compito di sparare a sua sorella, oppure di colpirla alla testa ed ucciderla per sempre. Quei profondi occhi blu non avrebbero più guardato il cielo con sguardo scrutatore, quella voce melodica non avrebbe più dato il buongiorno ad Alex ed il suo sorriso non avrebbe più illuminato le giornate di lei.
    Nessuno in quel mondo era degno abbastanza per consegnare la pace a quell’angelo che sarebbe dovuto non morire mai.
    Lisa Melody Ivanov era una creatura di luce, tanto che l’oscurità aveva voluto possederla, ed alla fine ci era riuscita.

    And in saying you loved me,
    Made things harder at best,
    And these words changing nothing
    As your body remains,
    And there's no room in this hell,
    There's no room in the next,
    And our memories defeat us,
    And I'll end this direst.


    << Dio >> disse mentre continuava a camminare per la strada deserta, stringendo talmente forte il coltellaccio da avere le nocche bianche << non so se esisti sul serio, anche se gli ultimi avvenimenti sembrano voler dimostrare il contrario, >> lanciò una rapida occhiata al cielo, << ma ho bisogno di parlarti. >>
    Le facevano male i piedi, negli anfibi neri, li sentiva doloranti, ed ogni passo era pura sofferenza. Lampi dolorosi le correvano per le gambe ogni volta che poggiava i talloni.
    << Io non ho mai creduto in te, ho sempre creduto a ciò che può essere spiegato scientificamente e con prove concrete… Ma arrivata a questo punto, tutto ciò che sento è di essere giunta alla pazzia, questa immensa sofferenza è troppa per me. Dici di amare tutti i tuoi figli, ma dimmi… Quale padre farebbe passare tutto questo ai suoi figli? È un incubo. >> Fece una pausa e prese a respirare lentamente, cercando di calmarsi. << Nessuna parola di fede predicata da un prete o scritta su un libro mi ha mai colpita. Non ti ho mai pregato in vita mia e non ho intenzione di cominciare ora, sia chiaro, il mio è solo un atto dettato dal momento di dolore e follia. >>
    Il silenzio era quasi irreale, mentre la sua voce sicura era l’unica cosa che risuonava chiara e limpida. Le pareva di essere l’ultima creatura vivente rimasta sulla Terra.
    << Dimmi… è questo che ti ha spinto a farmi vivere tutto questo dolore? Se ci tenevi così tanto a vendicarti perché non hai preso me?! Eh?! >> si bloccò in mezzo alla strada, spalancando le braccia e guardando in cielo. << Lei è l’unica cosa che ha illuminato la mia vita fino ad ora, l’unica cosa che mi rendeva una persona migliore. Sarà un inferno d’ora in poi per me, mi hai condannato? Hai voluto farmi vedere che non sei misericordioso come dicono? >> Era disperata. << Beh, se il tuo volere era questo, allora complimenti, ci sei riuscito! Il suo ricordo tormenterà la mia anima per sempre! >>

    But does anyone notice?
    But does anyone care?
    And if I had the guts to put this to your head...
    But does anything matter if you're already dead?
    And should I be shocked now by the last thing you said?
    Before I pull this trigger,
    Your eyes vacant and stained...
    And in saying you loved me,
    Made things harder at best,
    And these words changing nothing
    As your body remains,
    And there's no room in this hell,
    There's no room in the next,
    But does anyone notice there's a corpse in this bed?


    << Non ho avuto il coraggio, la forza di rimanere… >> man mano che pronunciava le parole la sua voce si faceva sempre più flebile, mentre abbassava il capo, il viso distorto dal dolore. << … Sono… Debole… >> riuscì a dire solo, crollando in ginocchio a terra. Lasciò andare il coltellaccio, che cadde a poca distanza da lei sull’asfalto grigio.
    Mise il viso tra le mani, tremando, e restò così per qualche minuto. Ebbe la fortuna che lì non fossero presenti vaganti se non quello nel quale si era imbattuta in precedenza e che aveva superato.
    Quando finalmente scostò le mani, alzò di nuovo il viso verso il cielo, l’espressione distorta in una sofferenza atroce.
    << Perché mi odi? >> Una lacrima le scese lungo la guancia. << …Se… Se ci sei, dammi un segno >> disse. << Se esisti, dammi un unico segno, fammi comprendere… Non lasciarmi sola in questo incubo >> Alex non sapeva nemmeno quello che stava dicendo, ma fatto sta che solo quattro secondi dopo che ebbe pronunciato quella frase, un suono secco risuonò in quel silenzio, ed un corvo nero come la pece volò verso di lei e le si poggiò sulla spalla.
     
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