una nuova vita

capitolo 7

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  1. lady_crossbow
     
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    Capitolo 7 : Ying e Yang

    Camminavamo l’una di fianco all’altra. Sguardo fisso avanti, impassibili. Non era una donna di molte parole. Una qualità che apprezzai. Non avrei sopportato di parlarle. Cercavo di ripetere a me stessa di non ucciderla, sebbene la mia mente mi proiettasse mille modi per farlo. La katana oscillava al ritmo dei passi. I dreadlocks scuri sulle spalle, una fascia fra i capelli. Labbra pronunciate. Fisico atletico. Superficie che nascondeva un tetro animo. Mi parve offesa, quasi non fosse contenta del compito che le era stato assegnato. Si sentiva in dovere di tenermi d’occhio, di calarsi nel ruolo di maestrina che dovesse necessariamente tenermi per mano. Potevo capirla. Non aveva idea di chi fossi, cosa sapessi fare ecc. La missione era piuttosto semplice, recuperare delle scorte di medicinali, ma in quel mondo non vi era più niente di facile e scontato. Quando fummo abbastanza vicine alla farmacia di un paesino diroccato, estrasse la lama, liberandola dalla fodera. Avendo notato entrambe un flusso abbastanza importante di vaganti, entrammo in una casa, forzando la serratura. Avevamo bisogno di qualche non morto. Sentimmo dei rumori, provenienti dal piano sopra. Impugnai il bowie. Mentre salivamo le scale, due putridi ci furono addosso. Mi attenni all’idea che mi aveva suggerito l’assassina. Conficcai la lama in una delle bocche marce e con un taglio netto, la privai della mascella. Michonne privò la propria vittima degli arti superiori e con un repentino volteggio, separò la mandibola dal resto della bocca. Feci lo stesso, separando il mio vagante dalle proprie braccia. Essendo ormai innocui, utilizzammo una corda a mo’ di guinzaglio. Ero un poco titubante. Non sapevo se passeggiare in mezzo al branco con quei due semplici putrefatti avrebbe evitato il nostro riconoscimento, ma ella era sicura che avrebbe funzionato. A quanto diceva non era la prima volta. Tornammo così in strada. Con passo lento, attente ad evitare qualsiasi movimento sospetto, passammo fra la folla di non morti. Stringevo forte la corda, ridendo fra me e me. Era una situazione delicata, ma allo stesso tempo ne ero quasi divertita. Non avevo mai pensato di usare un putrido come animale da compagnia. Lo tenevo al guinzaglio, come un cane. Stare con loro, significa esser come loro. Per questo motivo gli zombie non si rendevano conto della nostra presenza. Procedevamo a passo di lumaca, finché scorsi l’edificio all’angolo della strada. Dall’aspetto esteriore, sembrava in buone condizioni. Davanti all'entrata, vi era una grossa catena a terra, arricchita dal rispettivo lucchetto. Qualcuno era già passato di qua. Speravo di trovare all’interno qualcosa che facesse al caso nostro, ma vi era la possibilità che un altro gruppo avesse già fatto piazza pulita. Entrammo, sospettose. Legammo i cagnolini ad una colonna portante e controllammo i barattoli e le poche scatole rimaste sugli scaffali. A terra vi era solo sporcizia, cartacce, flaconi vuoti. In un cassetto trovai delle siringhe nella propria confezione. Lei, cucciata su di una scatola, rovistava freneticamente, come un ratto affamato. Sole, in un luogo chiuso. Zero testimoni, guardia abbassata. Avrei potuto tagliarle la testa o romperle l'osso del collo. Rimasi a fissarla, combattendo con le mie stesse pulsioni. Starle vicino mi faceva ribollire il sangue.

    -Trovato qualcosa? - domandò Michonne.

    -No, solo qualche siringa. Ma potremmo cercare sul retro.

    Tirò un calcio alla scatola di cartone, la quale roteò prima di appiattirsi al suolo. La polvere prese a fluttuare.

    -Sì, forse è rimasto qualcosa.

    Il suo tono seccato mi fece presupporre che anch'essa provasse dell'astio nei miei confronti, ma non ero sicura che si trattasse proprio di questo. Forse diffidava, dal momento che non mi conosceva ancora abbastanza. La porta che dava sul magazzino era bloccata, chiusa dall'interno.

    -Ci penso io.. - dissi chinandomi.

    Estrassi dalla tasca posteriore dei jeans, un paio di forcine. Ne avevo la tasca piena. Sembrerà stupido, ma in più di un'occasione mi erano state necessarie. Mentre stavo provando a scassinare la serratura, la porta scattò all'indietro, aprendosi di colpo.

    -Fate un passo indietro! - urlò un uomo.

    Ma la prima cosa che vidi fu la canna di una 44 magnum puntata alla fronte. Mi alzai, arretrando. Vidi un altro uomo farsi avanti e puntare il proprio fucile a canne mozze sulla mia compagna di spedizione. Lei rimase impassibile, con una mano dietro la testa, la quale teneva stretta l'impugnatura della lama bianca.

    -Non vogliamo guai. Questo è il nostro rifugio. Perciò girate i tacchi e nessuno si farà del male.. - intimò l'ultimo arrivato.

    Il primo era caratterizzato da un'esile corporatura e da una tuta blu da lavoro. L'altro suo amico, invece, imponente, indossava una larga camicia rossa a scacchi, tipica da boscaiolo. Mi piaceva. Dietro di loro notai alcune munizioni, flaconi arancioni e lattine. Erano in possesso di buone provviste e temevano che qualcuno potesse privarli dei propri viveri. L'atteggiamento minaccioso, risultava sforzato, finto. Nè io né Michonne li prendemmo sul serio. La loro postura tradiva l'incompetenza nel combattimento corpo a corpo, avremmo potuto stenderli al tappeto in un attimo, ma nessuna delle due aveva intenzione di azzuffarsi e rubare loro le provviste. Non ero quel tipo. Ma avremmo potuto contrattare, fare del baratto. Il problema è che avevamo poco a disposizione e vi era anche la possibilità che rifiutassero. Prima di tutto, bisognava ribaltare la situazione. Mi doleva ammetterlo, ma la complicità di Michonne sarebbe stata utile. Ci guardammo negli occhi, parlando con quelli. Non sembrava esser d'accordo, preferiva andarsene. Ovviamente, non la pensavo allo stesso modo. La ignorai e feci di testa mia. Per disarmare l'uomo di fronte, avrei dovuto essere molto veloce nei movimenti. Le mosse da eseguire sono molto semplici, ma per ottenere un risultato devono essere precise. Bisogna colpire il polso del nemico, con i palmi rigidi, ponendoli come una morsa. La mano di sinistra deve far slittare il polso, in modo che la pistola venga direzionata verso il corpo del bastardo. In quell'esatto istante, per una frazione di secondi, la presa dell'avversario si fa più debole, permettendo di privarlo della sua stessa arma. Con quell'uomo esile poi, sarebbe stato così facile da sembrar noioso. Michonne avrebbe dovuto reagire non appena gli avessi bloccato il polso, puntando la propria affilata lama al collo dell'altro, che preso alla sprovvista dalla mia mossa, si sarebbe voltato d'istinto nella mia direzione. Un'azione errata e tutto avrebbe preso un'altra piega. Il bestione avrebbe potuto spararmi. Non avrei voluto affidare la mia vita nelle mani di quella stronza, ma non potevo fare altrimenti. Perciò, agii. Un colpo rapido, netto, e la pistola fu nelle mie mani. Troppo facile. Fui sollevata dal vedere il boscaiolo immobile, minacciato dalla katana. Avevo immaginato la punta della spada alla giugulare, ma Michonne aveva preferito mirare alle parti basse. Ad ogni modo, aveva funzionato.

    -Anche noi non vogliamo guai, ma abbiamo bisogno di alcune cose..qualche farmaco. - dissi con tono risoluto.

    I due si guardarono, sentendosi dei perfetti imbecilli.

    -Non mi pare che abbiamo scelta.. - affermò quello robusto.

    -Ce l'avete invece. Questo non è il vostro rifugio.. sul pavimento sono presenti solo delle orme delle vostre scarpe, ora.. ammesso che non dormiate in piedi come cavalli, presumo che siate qua da poco. Magari da stamattina.. e che, avvicinandosi quell'orda di putrefatti, abbiate deciso di ripararvi qui. Sbaglio per caso?

    Loro restarono in silenzio. Forse si sentirono umiliati. Insomma, battuti da due donne. Allora continuai il discorso.

    -Osservandovi, si capisce subito che fate sicuramente parte di qualche gruppo. Da soli non avreste potuto sopravvivere a lungo. – dissi - Ad ogni modo, vi propongo un'offerta. Se ci date un paio di flaconi di antibiotici o antidolorifici, in cambio vi scortiamo fuori dal quartiere. Vi insegneremo come passare inosservati fra questi amichetti affamati.
    Percepivo gli occhi di Michonne scrutarmi, ma non persi il contatto visivo con i due. Il gracile alzò leggermente le spalle, come se volesse farmi intendere che si fosse arreso, mentre il boscaiolo parve avere dei dubbi.

    -E se non accettiamo?

    -Semplice, noi ce ne andiamo senza i medicinali e voi ve ne restate qua, ad aspettare, sperare che la folla di non morti qua fuori abbia voglia di emigrare. Di certo non potete uscire per strada e ucciderli, sono troppi.. non avete abbastanza munizioni e gli spari ne attirerebbero altri.
    Michonne non aprì bocca, lasciandomi condurre il gioco.

    -D'accordo.. affare fatto. La nostra vita per qualche flacone mi pare più che ragionevole. Solo antidolorifici e antibiotici giusto?

    Abbassai l'arma, la privai delle munizioni e la resi a tuta blu. Gliele avrei rese una volta fuori da questo casino. Lei fece lo stesso, rinfoderando la katana, e prese il fucile del bestione.

    -Ora che ci penso, ci sarebbe qualcos'altro.. - risposi con una smorfia.
    Sul volto di Michonne apparve un grande punto interrogativo. Chissà cosa avrebbe riferito a Rick. L'uomo mi guardò serio, temendo di esser stato fregato.

    -La tua camicia, mi piace.

    *



    I cancelli si aprirono e noi trottammo all'interno. Lasciammo i cavalli alla stalla. Porsi lo zaino a Michonne, la quale entrò nel blocco per consegnare i medicinali a Rick e per, probabilmente, discutere di me. I vari componenti del gruppo erano indaffarati. Ognuno stava facendo qualcosa. Chi aggiustava le reti, chi trasportava alcune tavole di legno, chi posizionava dei fucili dotati di mirino acog sulle torrette. Sembrava che si stessero preparando in vista di un attacco.

    -Ehi, fatto shopping? – domandò Glenn, indicando la camicia che indossavo.

    -Mhh è un regalo, così come i flaconi.

    Glenn sembrò stupito.

    -Un regalo?

    -Chiamiamolo concessione spontanea di due sconosciuti. – dissi sorridendo.

    Lui scosse la testa ridendo e mi lanciò un tubo di metallo.

    -Vieni, eliminiamo qualche vagante e rinforziamo la recinzione.

    I non morti si accasciavano come bambole di pezza. Alcuni crani erano vero e proprio burro. Una volta ridimensionato l’accumulo di quegli esseri, passammo ai miglioramenti. Alzammo uno di quei pesanti tronchi e lo incastrammo fra il terreno e la rete, doveva fungere da supporto. Hershel ci guardava da lontano, raccogliendo alcuni legumi. Continuando a svolgere meccanicamente quel compito, non parlammo. Notai che spesso si voltava per cercare Maggie, incrociare i suoi occhi. Non ci voleva un genio per capire quanto fosse innamorato di quella ragazza. Glenn era un tipo apposto, semplice, ma doveva avere un grande cuore. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerla. L'aria che tirava era elettrica, pungente. Sembravano tutti preoccupati. Nessuno aveva intenzione di lottare, nessuno voleva far guerra a Phil. Ma come automi continuavano le proprie mansioni, ormai rassegnati. Non avevano ideato un piano o programmato un attacco, stavano solo organizzando le difese, sperando nel profondo che fossero solo una perdita di tempo. Ahimè, Phil non avrebbe mai dimenticato l'offese ricevute e la morte di Penny. Qualsiasi cosa avessero potuto dire o fare, sarebbe risultata inutile. Fatto sta, che se si fosse presentato, loro si sarebbero fatti trovare pronti. Avrebbero perso la vita, ma lottando. Per numero ed armamenti, la vittoria era sicuramente in mano a Woodbury, ma questo gruppo non si sarebbe piegato facilmente. Loro erano diversi.

    -Glenn, da chi ci stiamo difendendo?

    Lui mi guardò. Si tolse il cappello, passò una mano fra i capelli lucidi di sudore, e lo indossò nuovamente.

    -Pensavo che Rick te ne avesse già parlato..

    Storsi le labbra di lato, facendogli intendere la mia ignoranza al riguardo.

    -Bene.. forse non sono il più adatto a spiegarti il problema, perchè ci sono entrato dentro fin troppo. C'è una cittadina, non molto lontano da qua, si chiama Woodbury. Lì, si trova un uomo che si fa chiamare Governatore. Dirige tutto. Un giorno, mentre ero in spedizione per delle provviste con Maggie, un uomo ci ha costretti ad andare là, dove ci hanno fatto prigionieri. Un uomo matto, che purtroppo conoscevo..
    Sapevo benissimo di chi stesse parlando.

    -.. si chiama Merle, faceva parte dei nostri in passato. Ed è il fratello di Daryl. Beh.. - i suoi occhi si infiammarono di rabbia – ci hanno picchiati, interrogato. Volevano sapere dove ci rifugiavamo. Il loro capo, quel bastardo del Governatore, ha violentato Maggie..

    Cazzo. Non era vero.

    -.. o forse no, non ne ho ancora idea. Lei mi ha assicurato che non l'ha toccata. Ma sai, quando ti vedi la tua ragazza spaventata, senza maglia, di fronte.. pensi al peggio. Comunque, la fortuna ha voluto che Michonne assistesse alla nostra cattura e che avesse origliato i nostri discorsi. Così ha saputo della prigione ed è corsa qua, avvertendo gli altri. Hanno organizzato una missione di salvataggio, ci hanno liberati, ma loro hanno catturato Daryl. Ha scoperto che suo fratello era ancora vivo.. te non lo sai, ma ci eravamo divisi, non sapevamo che fine avesse fatto.. comunque, Maggie e Rick sono tornati indietro per recuperarli. Abbiamo ucciso alcuni di loro, ma siamo stati costretti. Il Governatore ci ha attaccati la settimana scorsa, è arrivato qua cogliendoci di sorpresa, abbattendo un lato del recinto. C'erano vaganti ovunque. Beh, sei giunta nel bel mezzo di una guerra. Non proprio il momento migliore.

    Avrei dovuto fingere di essere scioccata, incredula, ma non ci fu bisogno di recitare. Lo ero davvero. Philip non mi aveva detto niente di tutto ciò. Mi aveva mentito o lo stava facendo l'asiatico? Il mio cuore strillava intimandomi di credere alle parole di Phil, ma la mia razionalità, sapeva che non sarebbe stata la cosa giusta. Mi trovavo nel mezzo, in una situazione di merda. Entrambe le parti avevano delle ragioni e delle colpe, ma la fiducia nei confronti quell'uomo bendato vacillò. Cosa ci facevo lì? Avrei contribuito alla sterminazione di questo gruppo? Avrei potuto oppormi? I miei pensieri si scontravano fra loro, fui investita da mille domande e paranoie. Giusto e sbagliato. C'erano ancora in quel mondo? Ero incazzata, furiosa. Non poteva avermi mentito così spudoratamente.

    -Non so cosa dire.. davvero. E' una faccenda parecchio complicata. Rischiare di morire per mano di persone invece che di putrefatti.. mi dispiace per quello che vi è capitato..

    Lui poggiò una mano sulla mia spalla, come se fossi io quella da consolare.

    -Il mondo di adesso è così. Prima chiamavamo guerra azioni militari spinte da interessi politici, ora si fa guerra per follia, vendette e voglia di supremazia. Nessuno vuole arrendersi, ma mostrarsi invincibile.

    Aveva ragione, Phil era un folle. Ma non lo era sempre stato. La realtà l'aveva trasformato e la morte della figlia, doveva avergli dato il colpo di grazia. Credevo comunque di poter fare qualcosa. Solitamente mi dava ascolto, ma sarebbe stato difficile distoglierlo dall'irrefrenabile voglia di sterminare Rick e i suoi amici. Conoscendolo, poi, avrebbe voluto farli soffrire molto prima di prendersi il diritto sulla loro vita. Adesso, non sapevo più chi fossero i bastardi. Loro non erano certamente privi di macchie, ma le loro azioni erano state spinte da buone cause, a differenza di Philip. Da quale lato mi sarei schierata? Casa o sconosciuti? Non ero nemmeno sicura che Rick avrebbe abbandonato l'idea di lasciare in sospeso la diatriba. Anch'egli era stato attaccato. Nessuno si sentiva più al sicuro.

    -Avete perso dei compagni? - domandai, sperando in una risposta negativa.

    -Sì e no. Sono morti alcuni uomini che avevamo incontrato all'interno della prigione. Erano dei carcerati, ma bravi ragazzi.

    Lo compresi. Era affranto, ma felice che la sorte avesse deciso di colpire i nuovi arrivati e non la propria famiglia acquisita.

    -Capisco..

    Mi accucciai nuovamente, volendo continuare il lavoro. Glenn mi seguì, senza batter ciglio. Era un argomento delicato per entrambi. Per un attimo mi parve che avesse aperto la bocca, per chiedermi o dirmi qualcosa, ma abbassò la testa. Dopo tre tronchi posizionati, sembrò aver cambiato idea.

    -Scusami se te lo chiedo, ma ora che conosci la nostra storia.. mi piacerebbe sapere la tua.

    Era giusto, non potevo negarglielo.

    -Prima di tutto questo, vivevo con la mia famiglia in un tranquillo borgo. Hai presente? Le tipiche città con le villette a schiera, le staccionate bianche, i giardini immacolati. Abitavo lì, con i miei genitori e mia sorella più piccola. Mio padre era un sergente ed io fin da ragazzina volli seguire le sue orme. Mi insegnò parecchie tecniche di combattimento. Lui andava al fronte, in guerra. Io invece fui accolta dai gruppi speciali. Sai, missioni segrete.. spionaggio. Poi arrivò l'epidemia e mia madre fu colpita. Fu proprio quando arrivarono le prime notizie di violenza e panico, che mia madre si trasformò e morse papà..

    Glenn mi fissava dispiaciuto, pentito di avermi fatto tale richiesta. Ne avevo parlato con pochi, perchè ancora ci soffrivo. Ancora mi sognavo Cassie.

    -..riuscii a chiuderli in una stanza e scappai con mia sorella. Ce la siamo cavate abbastanza bene per un mese circa, poi ci siamo appoggiate ad un altro gruppo di una dozzina di persone. Adesso sono qui.

    Volli saltare gli avvenimenti di passaggio. Non era necessario scendere nei particolari. Dopotutto, parlargli della morte di Cassie non avrebbe avuto senso. Era perfettamente intuibile. Ci guardammo, legati dallo stesso sentimento malinconico. L'empatia di quei tempi era salita alle stelle. Eravamo tutti sulla stessa barca, sulla stessa cazzo di barca pericolante, in balia di tempeste e maremoti. Una voce interruppe la nostra riflessione al passato, portandoci involontariamente a voltarci, per comprendere da chi provenisse. Vidi Daryl sbraitare contro Carol ed andarsene incazzato. Lei cercò di richiamarlo, ma l'arciere non la considerò, continuando la propria marcia. Ormai io e Glenn avevamo terminato e mi congedai con un sorriso. Entrai nel blocco, volendo buttarmi qualche minuto su un letto. Mi sedetti su quello scomodo materasso con la testa fra le mani. Fissavo il pavimento, ancora basita dalle parole di Glenn. Notai un'ombra allungarsi. Beth era sulla soglia, con la piccola Judith stretta fra le braccia. La piccola dormiva beata, incurante della realtà in cui era stata gettata.

    -Posso?

    Le feci cenno di sedersi. Quei suoi biondi capelli mi portarono alla mente Cassie. Sembrava così fragile, innocente. Era quasi un elemento disturbante in quel gruppo. Un angelo ingenuo. I suoi occhi colmi di speranza, voglia di vivere, mi scrutavano. Sebbene fosse annoiata, era allegra.

    -Giornata pesante? - chiese con fare gentile.

    -Un po'. Mi siedo solo ora.. te?

    Alzò le spalle.

    -Io bado a Judith. Non potrei essere molto d'aiuto là fuori.

    -Sei d'aiuto comunque. Rick si fida ciecamente di te.

    Non parve dello stesso parere.

    -Tu credi? Penso che mi abbiano affibbiato il ruolo di baby-sitter perchè mi ritengono inutile.

    -Beh, io vedo altro. Vedo un capo scrupoloso e tendenzialmente malfidato, che ha deciso di affidare le cure della propria figlia nelle mani della persona più adatta. Potrà anche sembrare una cavolata stare dietro ad un neonato, ma non lo è affatto. Soprattutto oggi.

    Mi sorrise, abbassando lo sguardo. Cullò Judith.

    -Spero sia come dici tu.

    Osservando la sua candida pelle e quelle esili braccia che proteggevano la piccola, notai sul polso una ferita. Una dritta e bianca cicatrice. Probabilmente il mio volto assunse un'espressione persa, perchè ella se ne accorse. Si coprì velocemente con la manica della giacchetta di jeans, arrossendo dall'imbarazzo. Fece per andarsene, ma la fermai. Sciolsi il mio polso dalla stretta fascia elastica bordeaux e glielo mostrai. Una cicatrice gemella, un ricordo doloroso.

    -Non sentirti una stupida Beth.. ci sono caduta anch'io.
     
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  2. SLincoln
     
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    Wooooowwww!! Troppo bella!!!
     
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  3. lady_crossbow
     
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    CITAZIONE (SLincoln @ 16/1/2015, 23:19) 
    Wooooowwww!! Troppo bella!!!

    sei un tesoro **
     
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  4. Maggiestar
     
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    è stupenda!! :vibrate:
    la prima parte mi ha fatto morire, la camicia da boscaiolo. Amo questo personaggio **
    la seconda invece è wow, la trama che sta venendo fuori è molto interessante!
     
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  5. lady_crossbow
     
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    CITAZIONE (Maggiestar @ 17/1/2015, 21:08) 
    è stupenda!! :vibrate:
    la prima parte mi ha fatto morire, la camicia da boscaiolo. Amo questo personaggio **
    la seconda invece è wow, la trama che sta venendo fuori è molto interessante!

    Kendra è un personaggio un po' così, attenta ai dettagli, scrupolosa, ma anche ironica!
     
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  6. T-BONES
     
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    non so più come dirtelo, mi piace troppo!
     
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  7. Iggy
     
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    Dato che ero rimasto indietro ho finito solo adesso di leggerli tutti e....wow! :D
    Complimenti, continua così e posta il nuovo capitolo il prima possibile! :cool:
     
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  8. lady_crossbow
     
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    CITAZIONE (Iggy @ 19/1/2015, 18:48) 
    Dato che ero rimasto indietro ho finito solo adesso di leggerli tutti e....wow! :D
    Complimenti, continua così e posta il nuovo capitolo il prima possibile! :cool:

    Grazie mille Iggy! Mi hai beccato proprio nel momento in cui ho finito l'ottavo capitolo, quindi questione di minuti e lo posto :P

    CITAZIONE (T-BONES @ 19/1/2015, 17:40) 
    non so più come dirtelo, mi piace troppo!

    me felice :vibrate:
     
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7 replies since 16/1/2015, 22:13   36 views
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