una nuova vita

capitolo 5

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  1. lady_crossbow
     
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    Capitolo 5 : Prigioniera

    Posai le armi su di un tavolo di alluminio, posto a contatto con la fredda parete. L'ambiente era buio, scarno. L'intonaco grigio si sgretolava al solo sguardo. Sebbene il pavimento e le varie superfici fossero prive di polvere, la poca luce che filtrava dalla spesse finestre dava l'idea di un luogo sporco e abbandonato. Se fossimo riusciti a conquistare questa prigione, avremmo dovuto lavorare molto per restaurarla e renderla accogliente, altrimenti i cittadini di Woodbury non avrebbero accettato di buon grado il trasferimento. Non che l'estetica fosse importante, ma sicuramente avrebbe aiutato e placato coloro che si sarebbero opposti. Vi erano già stati dei commenti poco positivi al riguardo. Nessuno aveva intenzione di vivere in gattabuia. Chi poteva biasimarli. Abituati al lusso, non avrebbero gioito della nuova sistemazione, nonostante fosse decisamente più sicura. Ma questo, solo pochi potevano capirlo. Alcuni tavoli rotondi era presenti in mezzo alla stanza. Una cabina in alto, la postazione della guardia carceraria. Ci trovavamo forse nella zona adibita all'area ricreativa. Gli altri mi fissavano dietro una porta a sbarre, la quale permetteva l'accesso alle celle, ovvero al dormitorio. L'anziano, invece, era seduto su due gradini all'interno della mia stessa area, con accanto le proprie stampelle. Mi parve affaticato. Rick gettò ai miei piedi una coperta.

    -Ascolta, casa mia.. mie regole. Per adesso tu dormi in questa ala. Le armi le prenderò io e ti verranno consegnate quando lo riterrò opportuno. Vuoi farti un giro? Chiedi a me il permesso. Vuoi renderti utile? Chiedimi. Vuoi pisciare? Me lo vieni a riferire. Devo sapere di ogni tuo spostamento, è chiaro? Sei ancora in prova. Devi guadagnarti la nostra fiducia. Io ti ho permesso di entrare. Adesso è tutto nelle tue mani. Disubbidisci? Sei fuori. Fai una cazzata? Sei fuori. Metti in pericolo qualcuno di noi? Ti uccido. Non ti sto giudicando, solo mettendo in guardia. Okay? - disse camminando avanti e indietro.

    Faceva molto caldo. Sulla sua camicia erano visibili alcune chiazze di sudore, ma non erano provocate unicamente dall'alta temperatura, quanto dal nervosismo. Quell'uomo mi incuteva agitazione. Mi bastava guardarlo e già mi sentivo frenetica. Avrei voluto tirargli un pugno. Sembrava che qualsiasi cosa facesse, gli risultasse un peso, un fardello. Ci vorrebbe del valium. Passò le armi al di là delle sbarre, le quali furono sequestrate dalla donna prepotente. Carol. I suoi occhi promettevano poco di buono. Non mi avrebbe mai persa di vista. Mi accorsi di essermi persa la biondina, non sapevo dove fosse. L'asiatico sembrava dispiaciuto della mia condizione, ma sospirava. Sapeva che fosse la cosa giusta da fare. Si fidavano molto di Rick. Non tutti forse. Carol mi dava l'idea di essere l'elemento disturbante, colei che mettesse più volte in discussione le scelte del capogruppo. Forse in passato era successo qualcosa, qualcosa che non gli aveva ancora perdonato. Il cinese, o coreano, si staccò dalla porta assieme alla figlia dell'anziano. Carol fece lo stesso. Finalmente non avevo degli spettatori antipatici. Era rimasto solo il vecchio alle mie spalle. Rick si posizionò di fronte a me, con aria risoluta.

    -Ci sono domande?

    Raccolsi la coperta, passivamente.

    -Dove sono le docce?

    Rick corrugò la fronte. Si sentì preso in giro. Forse si aspettava qualcosa di diverso dopo il suo monologo intimidatorio. Ma mi premeva di più togliermi di dosso quelle schifose budella, oramai secche. Il vecchio cercò di soffocare una risata.

    -Devi scusarlo, a volte si dimentica le buone maniere.

    Mi voltai per sorridergli. Dovevo mostrarmi anche socievole. Rick, interdetto, si limitò a guardare il disabile alzarsi. Sorretto di nuovo dalle stampelle, contraccambiò il sorriso, anche se fu in parte nascosto dalla barba.

    -Per di qua, ti faccio strada. - disse avviandosi verso un corridoio.

    Rick lo bloccò.

    -Hershel, ci penso io. Tu resta qua.

    Finalmente il suo nome. Il capo non si fidava di mandarlo solo con me. Dopotutto non era nemmeno in ottima forma, avrei potuto aggredirlo ed avere la meglio. Hershel comprese il suo timore e prese la strada opposta, entrando nella stanza dove si trovavano gli altri. Uno, due. Io seguii il pazzo. Nove, dieci, undici. Il corridoio era stretto, ma ben illuminato. Molte porte si susseguivano. Mi indicò delle frecce sul muro. Avevano contrassegnato il percorso. Probabilmente le zone escluse non erano ancora state ripulite del tutto. Trenta, trentuno. Camminavo al suo fianco, mantenendo il passo frettoloso. Vidi una porta socchiusa, ma non potetti sbirciare. Con la coda dell'occhio notai solamente una cassetta degli attrezzi rossa e rugginosa. Cinquantacinque. Si massaggiò il collo con la mano sinistra, mentre la destra stringeva il calcio che usciva dalla fondina. Settantatré, settantaquattro. Dopo pochi metri si fermò di colpo, mostrandomi la zona docce. Novanta.

    -Io resto qua fuori.

    Novanta secondi.

    -Ehm, Rick?

    -Sì?

    -Ho dimenticato gli abiti di là.

    L'espressione che assunse era un misto di stupore e scocciatura. Tossì, per schiarirsi la voce.

    -Va bene.. va bene. Sono nello zaino?

    -Nella borsa marrone.

    Fece ruotare le spalle si apprestò a ripercorrere l'intero tragitto. Aspettai che voltasse l'angolo e contai fino a dieci prima di muovermi. La sala ricreativa e i bagni distavano esattamente novanta secondi. Disponevo quindi di un lasso di tempo di circa due minuti, considerando che sarebbe andato a passo molto più svelto e che avrebbe percorso due volte il tratto. Corsi in punta di piedi, cercando di ricordare a che altezza fosse la porta aperta. Una volta trovata, mi fiondai sulla cassetta degli attrezzi, sperando di trovare qualcosa di utile. Altrimenti l'aver lasciato intenzionalmente i vestiti sarebbe servito a poco. Un grosso cacciavite, una chiave inglese, dei bulloni, un martello rotto. Cazzo. Avevo bisogno di qualcosa di sottile, qualcosa che potessi nascondere tranquillamente negli anfibi. Mi guardai velocemente intorno, disperata come un cerva in fuga da un cacciatore. Nell'angolo notai una lima. Perfetto. Venti secondi, mancano solamente venti secondi. Non avevo tempo di tornare indietro. Udii il rumore dei passi echeggiare fra le pareti. Dovevo inventarmi qualcosa. Tornai nel corridoio, liberai il polso dalla fascia bordeaux che portavo sempre con me e la lanciai a terra, lontana. Poi, come se niente fosse, camminai verso quella. Rick spuntò con la borsa in mano ed appena mi vide accelerò.

    -Dove stai andando?

    Non risposi e mi piegai sulle ginocchia per raccogliere la fascia. Le feci fare due giri, fingendo di temere di perderla. Allora mi porse la borsa, sentendosi uno sciocco. Lo ringraziai. Tornammo alle docce e si posizionò accanto alla porta, rilassando la schiena contro il muro.

    -Rick, un'altra cosa.. - mi guardò avvilito – se sei così preoccupato che possa fare qualcosa, perchè mi hai fatta entrare?
    Anch'egli aveva gli occhi azzurri. Ma che cavolo, sono rimasti vivi solo quelli con gli occhi blu? Erano diversi da quelli di Phil. Rick li costringeva più volte, corrucciandosi. Era quindi difficile vederlo col volto disteso e notare il bel taglio degli occhi. Chissà quale espressione avrebbe assunto durante la morte.

    -Credo sia normale essere sospettosi, soprattutto di questi tempi. Non pensi? Sai, non sei la prima persona che si presenta ai nostri cancelli sporca di sangue. Il contesto era diverso, ma feci bene a fidarmi di lei. Quindi sto cercando di provarci, sto cercando di fidarmi un poco degli altri.

    -Capisco.. - aveva senso, insomma, una logica. Ero capitata quindi a fagiolo, se mi fossi presentata in un altro momento mi avrebbe mandato a quel paese. -.. ed è ancora con voi?

    Sorrise. Alleluja. Dovevano aver stretto un bel legame.

    -Sì, ma non è qui adesso. Avrai modo di conoscerla stasera. Siete simili, credo che andrete d'accordo te e Michonne.

    *



    Il sangue, trasportato dall'acqua, scivolava nello scarico formando dei vortici. Finalmente mi sentivo pulita. Quell'odore nauseabondo era svanito. Schizzinosa com'ero, non avrei mai immaginato di riuscire a sopravvivere in un'apocalisse zombie. Non mi dava noia il sangue o la vista di un corpo putrefatto. Avendo lavorato per l'esercito in missioni speciali, avevo visto di peggio. Ma non pensavo che un giorno mi sarei ritrovata in questo casino, costretta a bagnarmi di organi marci. I ricci, ormai zuppi, scendevano pesanti sulle spalle. Come aveva osato Rick paragonarmi con quell'assassina? Noi non eravamo affatto simili. Lei sarebbe morta presto. Gli abiti erano in ammollo con acqua fredda in uno dei lavabi. Le macchie avrebbero dovuto sparire. Chiusi il rubinetto e poggiai i palmi alle piastrelle che ricoprivano il muro. Quanto avrei resisto in compagnia di queste persone? Rick mi dava sui nervi, Carl era un bimbetto, Carol mi odiava, la figlia del vecchio sembrava una “tutto so io”, l'asiatico boh, non sapevo nemmeno che voce avesse e la biondina era sparita. Fatta eccezione di Hershel, mi sembrava di esser tornata sui banchi di scuola. Mi trovavo male coi compagni. Rimanevano ancora il fratello di Merle e la bastarda. Mancava poco al calar del sole, di conseguenza all'incontro con l'assassina. Come avrei fatto a non perdere il controllo? Come avrei potuto desistere alla pulsione di spaccarle la faccia? Se Philip avesse voluto farla semplice, stamani su quella collina avrei potuto farli fuori tutti con un tattico fucile da cecchino. Certo, non sarebbe stato altrettanto soddisfacente, poiché avrebbero perso la vita senza alcuna sofferenza. Ma almeno mi sarei risparmiata quest'agonia. Mi asciugai con un panno e presi gli abiti spiegazzati nella borsa. Un paio di jeans neri trucidi, con un taglio all'altezza del ginocchio destro ed una canotta color verde oliva scuro. Calzati gli anifibi, entrai in corridoio dove vidi Rick spazientito.

    -Ci ho messo troppo?

    I capelli ancora bagnati mi aiutavano a combattere l'afa.

    -No,no. Lascia stare.

    Bene, era preoccupato per altro.

    -Ascolta, pensavo di uscire in cortile per far asciugare i capelli all'aria aperta. Ho il tuo permesso?

    Si spogliò della camicia, restando in t-shirt.

    -Sisì, vai.. - rispose frettoloso, quasi volesse che restassi in silenzio – devo parlare con Carol.

    Ecco il punto. Probabilmente avevano bisticciato mentre ero in doccia. Ne fui felice, potevo uscire senza scorta. Partì con un dinamico scatto. Ahi, le spetta una partaccia. Ero curiosa di scoprire altro, ma preferii dirigermi verso l'esterno.

    -Ti terrà d'occhio Carl, è fuori a badare al tuo cavallo. - urlò ormai fuori dal mio campo visivo.

    Fanculo. Una folata di vento mi investì. I capelli sarebbero stati asciutti entro poco. Vidi Carl all'angolo della recinzione, occupato a tirare sassi contro i vaganti avvinghiati alla rete. Le putride dita passavano fra i fori del recinto, bramando carne fresca da lacerare. Avrei potuto spingerlo verso di loro e farlo passare come un incidente. Ma risi da sola. Non ci avrebbe creduto nessuno. Una morte alquanto divertente. E poi quel ragazzino, dall'aspetto così cocciuto, sembrava in gamba. Percepivo quanto fosse maturo nonostante l' età. Dopotutto, il mondo richiedeva questo. Se fosse stato ingenuo e sprovveduto, non sarebbe ancora in vita. Il cavallo fissava gli altri della propria razza. Avevano una bella stalla. Il suo mantello era lucido. Carl risparmiò gli zombie e si sedette a terra, gambe incrociate. Si tolse il cappello da sceriffo. Doveva appartenere al padre. Effettivamente Rick aveva l'atteggiamento da poliziotto. Fortunatamente il ragazzino non mi aveva visto, perciò controllai il perimetro. Osservai le torrette di guardia, i sostegni del recinto, le casse con le munizioni e le armi. Bell'arsenale. Notai alcuni cancelli bloccati con catene e lucchetti. Il blocco accanto era pregno di putridi. Dovevo estorcere al gruppo molteplici informazioni, camuffando l'interrogatorio con semplici chiacchiere. Domattina avrei cominciato con Hershel, sembrando esso il più disponibile. Per quanto riguardava gli altri, sarebbero serviti giorni. Non avevo idea di quanto Phil volesse pazientare. Mi voltai e vidi Carl mettersi delle cuffiette. Aveva un mp3. Beato lui. Mi aggrappai alla recinzione e la strattonai in vari punti, per analizzarne lo stato. In alcuni tratti non era messa benissimo, ma per un qualche strano motivo, i non morti tendevano ad aggrupparsi in due soli lati. Quindi non era un problema per il momento. Tornai alla mia ronda. In un recipiente notai dei flaconi di latte in polvere. Non è possibile. Vi era forse un neonato nella prigione? La mente mi proiettò l'immagine della biondina di spalle, con le braccia occupate a tener sollevato qualcosa. Una ragazza madre? Non potevo crederci. Quale scellerata avrebbe partorito in una situazione del genere? Forse si trattavano di cibo che avevano consumato, non avendo trovato altro. Un suono acuto interruppe il mio pensiero. Subito il mio corpo roteò nella direzione dal quale esso era provenuto. Accadde tutto molto velocemente, sebbene mi sembrò fermarsi il tempo. I miei occhi focalizzarono uno strappo nella recinzione a sud, in un area arrugginita. Uno zombie varcò la soglia, superando quella staccionata di ferro che ci aveva divisi e protetti da loro. Questo si ferì, strappandosi parte dell'epidermide, la quale rimase penzoloni sulla rete. Il non morto puntò il ragazzino e si affrettò a raggiungerlo. Carl, ignaro del pericolo, stava dritto in piedi a scorrere le canzoni della sua playlist. Urlai il suo nome correndo, ma con la musica sparata a tutto volume, non si accorse di niente. Il putrido, ormai vicino, tese le braccia. Se solo avessi avuto una pistola. Affondai la mano nella scarpa e trassi la lima, impugnandola come un coltello da caccia. Vidi Rick spuntare esattamente dall'angolo opposto al mio. Gridò il nome del figlio e tolse la sicura alla pistola, ma non poteva sparare da quella distanza. Rischiava di colpire Carl. Appena se ne rese conto, iniziò a correre disperato. Formavamo un perfetto triangolo rettangolo. Io, vicina, rappresentavo il cateto minore, mentre Rick il maggiore. Preso dalla foga e drammaticità del momento, il padre non si era nemmeno accorto della mia presenza. Entrambi ci stavamo spingendo verso il vertice, consapevoli che non saremmo mai giunti in tempo. Il morto era ormai alle sue spalle. Lo afferrò. Le mani di Carl ebbero uno spasmo, il quale provocò la caduta del riproduttore musicale. Il ragazzo tentò di liberarsi dalla stretta prima che i gialli denti penetrassero nel collo. Crollò a terra. Il putrefatto aveva una colorazione tendente all'ocra, gonfio di pus e liquidi tipici di un cadavere in decomposizione. Posso farcela, posso farcela. Chiusi gli occhi per un secondo e quando li riaprii, fui lì al fianco del bastardo che si era curvato sulla propria preda. Con tutta la forza che avevo in corpo, tirai un calcio sulla tibia scoperta dai muscoli decomposti. Il vagante cadde sulle ginocchia. Piantai fulminea la lima dal basso, trafiggendo il mento. La punta di questa perforò la lingua e si incastrò nel palato. Con rabbia, la sfilai velocemente ed un fiotto di sangue colorò l'erba. Parte dei liquidi si riversarono su di me e sul ragazzo. Di nuovo mi accanii su di esso e la lima penetrò il bulbo oculare, giungendo al cervello. Poggiai la suola dell'anfibio sul suo petto e tirai per riprendere l'arma che, conficcandosi, si era incastrata. Così, riuscii a liberarla e lo zombie si riversò esanime, piegandosi all'indietro. Un strepito straziante mi bloccò il respiro. Alle mie spalle Carl era ricoperto dalle sostanze organiche dell'azzanatore e Rick si era gettato sul figlio, abbracciandolo. Il ragazzo, sotto shock, non parlava. Non aveva ancora capito le dinamiche dell'accaduto, sapeva solo di aver visto la morte in volto. Rick, preso dagli spalmi, controllò con furore il corpo del figlio, temendo di scovare qualche graffio. Io stessa non ero sicura della sua salute. Ero così impegnata nel correre, che non avevo fatto caso a questo particolare. Quando udii una risata nervosa, mista a singhiozzi, capii che Carl ne era uscito incolume. L'adrenalina scomparve e potetti percepire il tremolio delle gambe affaticate. Fu così che imitai involontariamente il putrefatto, cadendo sulle ginocchia. Ero sollevata. Avevo salvato una vita. Avrei potuto lasciare gli eventi al proprio corso, eppure mi ero imposta contro. Il mio istinto aveva avuto la meglio. Rick si dondolava compulsivamente, tenendo stretto il ragazzo. Sulla mia coscia destra, notai scorrere un sottile e fresco rivolo cremisi, che si faceva spazio fra il sangue marcio. Mi accorsi di star stringendo ancora la lima, così forte da essermi procurata un taglio sul palmo. Ma non provavo alcun dolore. Rilassai la presa, ma non mollai l'arma. Mentre Rick, ancora in preda al terrore, poggiava il viso fra i capelli del ragazzo, questo aveva gli occhi fissi su di me. Tornai in piedi lentamente, sperando che quella commovente scena terminasse. D'un tratto, bruciore. Una terribile fitta mi travolse. Un dolore acuto, straziante. D'impulso, mi irrigidii. La lima precipitò al suolo. Abbassai lo sguardo, per capire da dove provenisse tale sofferenza. Un dardo. Un dardo dalle alette verdi conficcato nel fianco. D'improvviso, mi sentii fiacca, debole. La vista mi abbandonò e tutto si fece scuro.
     
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  2. Maggiestar
     
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    OMMIODDIO. Voglio continuare a leggere, non puoi finire così il capitolo! mi lasci curiosaa :cry:
    Mi piace moltissimo come scrivi e la trama è coinvolgente.
     
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  3. SLincoln
     
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    Stupendaaaaaaaa
     
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  4. T-BONES
     
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    CITAZIONE (SLincoln @ 11/1/2015, 16:02) 
    Stupendaaaaaaaa

    Concordo in pieno :sbav:
    Riesco benissimo ad immaginare tutto mentre leggo.. è sempre più avvincente!
     
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  5. SLincoln
     
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    CITAZIONE (T-BONES @ 11/1/2015, 16:19) 
    CITAZIONE (SLincoln @ 11/1/2015, 16:02) 
    Stupendaaaaaaaa

    Concordo in pieno :sbav:
    Riesco benissimo ad immaginare tutto mentre leggo.. è sempre più avvincente!

    Si! Soprattutto durante le descrizioni di Rick... Sbavo senza freni !!! VOGLIAMO UNA DESCRIZIONE *shirtless* ahahahahah
     
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  6. lady_crossbow
     
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    CITAZIONE (SLincoln @ 11/1/2015, 22:00) 
    CITAZIONE (T-BONES @ 11/1/2015, 16:19) 
    Concordo in pieno :sbav:
    Riesco benissimo ad immaginare tutto mentre leggo.. è sempre più avvincente!

    Si! Soprattutto durante le descrizioni di Rick... Sbavo senza freni !!! VOGLIAMO UNA DESCRIZIONE *shirtless* ahahahahah

    ahaha mi fate morire :looool: prometto una descrizione shirtless per Rick !! e grazie per i commenti positivi, mi fate sentire apprezzata :wub:
     
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  7. SLincoln
     
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    CITAZIONE (lady_crossbow @ 11/1/2015, 22:14) 
    CITAZIONE (SLincoln @ 11/1/2015, 22:00) 
    CITAZIONE (T-BONES @ 11/1/2015, 16:19) 
    Concordo in pieno :sbav:
    Riesco benissimo ad immaginare tutto mentre leggo.. è sempre più avvincente!

    Si! Soprattutto durante le descrizioni di Rick... Sbavo senza freni !!! VOGLIAMO UNA DESCRIZIONE *shirtless* ahahahahah

    ahaha mi fate morire :looool: prometto una descrizione shirtless per Rick !! e grazie per i commenti positivi, mi fate sentire apprezzata :wub:

    :vibrate: :ttt:
     
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  8. carickyl
     
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    Sono finalmente riuscita a recuperare i capitoli! Che rapidità, avessi io il tempo di aggiornare così velocemente.
    Certo che entrata in scena che fa Daryl LOL
     
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  9. lady_crossbow
     
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    CITAZIONE (carickyl @ 12/1/2015, 18:00) 
    Sono finalmente riuscita a recuperare i capitoli! Che rapidità, avessi io il tempo di aggiornare così velocemente.
    Certo che entrata in scena che fa Daryl LOL

    ahaha lo so, volevo che fosse d'impatto! Mi concedo sempre un'oretta al giorno per scrivere e se non posso, mi appunto comunque qualcosa ^^
    Ti piace? :zombie:
     
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  10. carickyl
     
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    Sì, continua ad incuriosirmi ^_^ Ho letto anche l'altro capitolo.
     
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9 replies since 11/1/2015, 14:08   48 views
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