INTERVISTA A NORMAN REEDUS

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    Daryl è il preferito dai fan, sin dall'inizio. Come mai la gente è così legata a lui?
    E' una combinazione di cose. Daryl era destinato a trasformarsi in un mini-Merle, così avrebbe avuto una sorta di condanna a vita in una condanna a vita. Diceva fin dall'inizio che era meglio stare da solo, ma credo che lui stesse solo cercando un senso di autostima attraverso queste altre persone. Avete visto questo ragazzo aprirsi e diventare una persona nuova. Ci sono stati degli script precedenti in cui Daryl diceva un sacco di cose razziste e assumeva farmaci. Ho parlato con gli showrunners e gli ho detto, "io non voglio prendere farmaci. Non voglio dire niente di razzista." Ho voluto interpretarlo come qualcuno che è cresciuto con quelle cose intorno a lui, ma se ne vergognava. Sono stati così gentili da accettare.


    La popolarità di Daryl ti ha reso meno preoccupato rispetto a tutti gli altri membri del cast sul fatto di essere ucciso?
    Oh, tutti noi abbiamo quella ghigliottina sulle nostre teste. Io non voglio nemmeno pensarci. Se ci penso, mi comporto di conseguenza. Sembrerò un coglione. E non è così. Tutti possiamo morire in qualsiasi momento.


    Potrebbe esserci una rivolta.
    Mi piace, un bella sommossa.


    Lo show ti ha aperto le porte ad altre opportunità nel cinema?
    Mi è stato offerto un grande film con George Clooney. Ma è finita quando mi hanno chiesto di tagliarmi i capelli molto corti per il ruolo. Sono in uno show, questo è il mio lavoro a tempo pieno, quindi non ho intenzione di fare nulla per comprometterlo. Ma ci sono altri buoni progetti in arrivo, qualcosa che mi permetta di non stare troppo lontano da mio figlio che vive a New York.

    Quanti anni ha?
    13.


    Che cosa ne pensa dello show?
    Nella prima stagione si è trovato un pò a disagio nel guardarlo. Era spaventato. Nella seconda stagione, l'ha guardato tipo... attraverso le dita. Nella terza stagione andavo a prenderlo a scuola e lui aveva un sorriso sul suo volto. Alcuni dei ragazzi più grandi gli avevano chiesto: "Tuo padre è Daryl Dixon?" E lui: 'sì'. E poi hanno detto: "Noi amiamo Daryl Dixon!"


    Dividi il tuo tempo vivendo tra New York e Atlanta, esatto?
    Non proprio ad Atlanta, ma nelle campagne della Georgia.


    Per connetterti meglio con il tuo Daryl interiore?
    Beh, voglio dire, cosa c'è ad Atlanta? Mi piace Atlanta, ma c'è un centro commerciale, un fast food. A cosa mi serve tutto questo se vivo a Manhattan? Inoltre, guido spesso una moto sul set, e guidare qui nel Sud è così magico. Non voglio zigzagare nel traffico di Atlanta. Preferisco stare sulle strade di campagna, tornando a casa.


    La moto è qualcosa che hai aggiunto tu al personaggio?
    Beh, c'era una moto sul set quando sono arrivato. Non hanno mai detto di chi era. Ma alla fine, mi hanno detto "Sai guidarla?" E io: "Si, certo che lo so!" E' interessante perché non ho mai avuto una conversazione con Frank Darabont su questo personaggio. Non abbiamo mai parlato di Daryl. Non una sola volta. Ho incontrato Frank solo nell'ultimo episodio della prima stagione.


    Non l'hai mai incontrato prima?
    No. Stavamo girando la scena in cui doveva saltare in aria il CDC e lui si avvicina e mi stringe la mano. E io ero come, "Oh mio Dio, è Frank Darabont. Wow!" Ha diretto il pilot, ma io non c'ero, poi da lì in poi non è stato più presente.


    Glen Mazzara era più presente sul set? Scott Gimple è lì adesso?
    Glen era il Numero 2 di Frank e Scott era il Numero 2 di Glen, perciò non erano degli estranei per noi. Ma Scott è diverso da Frank. Frank era più "questo è quello che voglio ed è così che si farà." Scott invece è più "questa è la storia che voglio raccontare," . E Glen era una via di mezzo tra i due. Però sono tutti molto bravi in ​​quello che fanno.


    Ci sono stati 3 showrunner in quattro stagioni . Dall'esterno, sembra ci siano state delle incomprensioni. Come l'avete vissuta dall'interno?
    Noi [il cast e la troupe] lottiamo per lo spettacolo . Lottiamo per mantenerlo reale, lottiamo per la storia, lottiamo l'un per l'altro... Sappiamo di avere qualcosa di veramente buono da mandare avanti. E' uno di quei rari lavori in cui poco prima di iniziare una scena vado da Andy ( Lincoln ) o Melissa ( McBride ) e chiedo : "Dovrei provarla? Cosa ne pensi? " E loro mi danno una risposta onesta, perchè vogliono che il mio personaggio sia grandioso.


    Ti sei mai ferito gravemente sul set ?
    Sì, sono stato dal medico così tante volte. Ho avuto dei punti di sutura sulla fronte una volta. E' stato divertente perchè il mio viso era pieno di sangue, ma ero ricoperto anche di sangue finto. L'ambulanza arriva, mi porta in ospedale, mi mettono dei punti, poi mi riportano indietro. Finite le riprese, uno degli autisti mi stava riportando a casa e durante il tragitto vediamo un'enorme 18 ruote che è caduto in un fosso, i pali del telefono buttati giù. Era appena accaduto e c'era una signora in strada che urlava "Penso abbia avuto un attacco di cuore! E' rimasto intrappolato!" Io sono riuscito ad entrare nel camion, ho tirato fuori il conducente, l'ho steso a terra e ho cominciato a parlagli, "resta con me, amico, resta con me! Puoi sentirmi?!". Poi arriva l'ambulanza, i paramedici vengono verso di noi e uno di loro mi guarda e mi dice: "Ma ti ho appena portato all'ospedale!". Ed io: "No, no, non è per me, è per lui!". Forse ero ancora sotto l'effetto delle medicine, ma è stato davvero folle!


    In che modo lo spettacolo ti ha cambiato come attore?
    In molti modi. Mi ha fatto davvero apprezzare questa arte e questo lavoro. Lo ammetto, come attore ho attraversato una fase del tipo "perchè sto facendo questo? Cos' è questo schifo?" All'inizio non era nei miei piani. Ora mi piace molto il lavoro che faccio e il lavoro che fanno gli altri.


    Se recitare non era nei tuoi piani, allora cos'era?
    Forse creare opere d'arte e vivere in una casa a Montauk circondato da gatti. Condurre una vita tranquilla e semplice, con un po' d'arte e alcuni buoni amici. E forse, con un pò di fortuna, avere una fidanzata.


    Pensi che ad un certo punto deciderai di tornare su questi piani?
    Ho sempre fatto delle mostre d'arte. Ho appena fatto una mostra d'arte a New York, dove ho realizzato 30 fotografie di grandi dimensioni di animali morti in Georgia. Le abbiamo vendute tutte e tutto il denaro è stato devoluto all' Oxfam. Poi ho fatto un libro di fotografie in uscita ad Ottobre. Ho diretto tre cortometraggi che sono visibili su un sito web. Faccio sempre cose come queste.


    Ma Montauk e i gatti - sono ancora nei piani?
    [Ride] Mai dire mai.

    fonte: rolling stone
    traduz.: francygrimes.
     
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0 replies since 9/10/2013, 00:57   778 views
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