The Walking Dead: 400 Days - Recensione

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    400 Days è un DLC piuttosto strano. Sfrutta la struttura episodica del videogioco di The Walking Dead ma abbandona totalmente il contesto narrativo della prima stagione. Ripropone il sistema di scelte morali che ha caratterizzato l'avventura grafica firmata TellTale, ma non riesce -nel condensatissimo spazio di un'ora abbondante di gioco- a far sentire pienamente il peso delle conseguenze legate alle decisioni del giocatore. Resta così un'esperienza autonoma e, narrativamente parlando, meno forte rispetto a quella della “Season One”, con qualche momento di tensione ed alcune scene toccanti, ma a cui manca un po' di respiro. Si tratta, insomma, quasi di un palliativo per tenere a bada i fan, che proprio non vedono l'ora di rimettere le mani sulla serie regolare.
    Per fortuna, quello che 400 Days riesce a fare è dipingere con estrema lucidità la brutalità di un mondo ormai incancrenito, in cui nessuno può fidarsi di nessuno e l'ombra della morte fa marcire l'animo delle persone. Sfruttando una manciata di nuovi personaggi, TellTale ci mostra un panorama etico lacerato, in cui la fiducia è una trappola insidiosa. Nel far questo, 400 Day ci ricorda quanto il The Walking Dead ad episodi fosse stato risoluto nel rappresentare l'orrore spietato dell'apocalisse zombie, superato soltanto dal The Last of Us di Naughty Dog.

    GIORNO DOPO GIORNO


    La parabola narrativa di 400 Days è composta da cinque storie sostanzialmente autonome, che il giocatore può decidere di vivere in qualsiasi ordine. Raccogliendo le foto appiccicate sulla bacheca di una tavola calda abbandonata, entriamo nei panni dei singoli protagonisti, per vivere dal loro punto di vista il delirio dell'epidemia.
    Ogni storia è ambientata in un momento diverso, ma per un motivo o per l'altro tutti i personaggi si trovano a girovagare attorno all'interstatale che porta lontano da Atlanta. Una volta -nei panni di un condannato destinato al carcere- finiamo a due giorni dallo scoppio della crisi, quando ancora nessuno sa cosa sta succedendo. Un mese dopo viviamo la fuga disorganizzata di chi ancora non ha un metodo per reagire all'orrore. Più avanti, mentre il gocciare lento dei giorni fa avanzare le stagioni, entriamo nelle piccole comunità indipendenti che si sono arroccate nei pochi luoghi sicuri.
    In ciascuna di queste minuscole avventure, che durano poche decine di minuti, 400 Days fa di tutto per mettere in risalto la bestialità e la ferocia che si impossessano degli uomini nei momenti di panico. Quello che il DLC vuole ribadire è che l'epidemia non ha infettato solo i morti: anche i sopravvissuti cambiano, si trasformano, costretti a convivere con urgenze inumane, con l'inesorabile violenza quotidiana. Non c'è posto per chi conserva antichi scrupoli, titubanze: i rimorsi vanno nascosti negli sguardi obliqui, nei silenzi, nei lunghi sospiri che tormentano le notti insonni: sul momento bisogna soltanto agire, facendo il proprio interesse, pensando solo alla sopravvivenza, sacrificando pezzo dopo pezzo le vestigia della propria umanità.

    La capacità di dipingere senza sconti un panorama così cinico e cattivo è forse il pregio più evidente di 400 Days. Anche perché a livello narrativo le cinque storie di questo DLC hanno un po' il fiato corto. Le singole scene durano circa un quarto d'ora l'una, ed in quest'arco di tempo è difficile sia entrare in sintonia con i personaggi, sia avere un riscontro tangibile delle conseguenze delle nostre scelte. Alcune storie si interrompono abbastanza bruscamente, finendo per sembrare quasi inconcludenti. Altre sfumano proprio sul più bello, proprio mentre si rivelano tratti della personalità dei protagonisti che avrebbero meritato qualche approfondimento.
    E invece sappiamo che i personaggi comparsi in questo DLC sono sostanzialmente dei “vuoti a perdere”: probabilmente qualcuno tornerà nella seconda stagione, ma anche se fosse questa breve introduzione sarà stata probabilmente dimenticata dai giocatori, ed il rapporto di empatia andrà ricostruito alla base.
    Per fortuna, nonostante questo senso di leggera inconsistenza, 400 Days ha dei momenti molto indovinati. Ci sono alcune scene tesissime, che tengono il giocatore coi nervi a fior di pelle, mentre uno dei personaggi si muove nel mezzo di un banco di nebbia o un altro cerca di fuggire da una pattuglia ostile scappando nei campi di granturco. Ci sono anche momenti toccanti, dialoghi forti come un pugno allo stomaco, ed in generale il DLC riesce a trasmettere un senso di ansia esistenziale e di emergenzialità che, seppur in tono minore, fa riecheggiare quello della prima stagione.
    Inutile però cercare le stesse emozioni: neppure l'episodio più riuscito (quello di Shel e della sorella Becca, che in fondo sembra proprio voler recuperare la dinamica instaurata fra Lee e Clem) è in grado di rivaleggiare con la “pentalogia” della Season One.

    400 Days riesce comunque a catturare il giocatore, soprattutto alla luce dell'epilogo, in cui finalmente tutte le scelte effettuate nelle singole avventure sembrano determinare una conseguenza importante. Seppur in maniera abbastanza sbrigativa, la chiosa del DLC ribadisce che ogni decisione presa lascia comunque una traccia nell'animo dei protagonisti, ed invoglia fortemente a rigiocare le cinque mini-avventure. Il fatto che ognuna abbia in fondo un finale alternativo spinge a ripercorrere le tappe di 400 Days almeno una seconda volta, mettendo una pezza anche sul fronte longevità (in rapporto al prezzo, l'episodio sembra in effetti un po' cortino).

    Sensazioni altalenanti coglieranno i fan alla fine di 400 Days, episodio a cavallo fra la prima e la seconda stagione videoludica di The Walking Dead. TellTale dimostra ancora una volta di saper inquadrare con estrema coerenza un mondo distrutto, in cui il tessuto sociale è ormai morto e purulento, e tutti i sopravvissuti sono confinati in una dimensione ferina, bestiale, senza spazi per la pietà. Il mosaico di cinque storie praticamente indipendenti (connesse solo da piccoli dettagli) sembra voler giustificare proprio questa brutalità, soprattutto quando l'alternanza dei punti di vista ci porta da un lato all'altro della barricata. La sceneggiatura è sempre forte, alle volte spietata, e mette in campo personaggi tratteggiati in maniera eccezionale: peccato però che alcuni siano quasi sprecati, e la loro parabola si spenga troppo in fretta. Anche la dinamica delle scelte etiche fatica a funzionare come nella serie regolare: ci sono momenti molto drammatici il giocatore sente un certo peso, ma gli esiti delle nostre azioni si assaporano solo nell'epilogo, forse un po' troppo stringato.
    400 Days è la dimostrazione che The Walking Dead funzionava anche grazie alla sua natura episodica, o comunque ai ritmi narrativi non troppo compressi. Resta un esperimento interessante, un prodotto che allarga gli orizzonti dell'ambientazione così ben interpretata da TellTale, e che è difficile lasciarsi scappare, anche alla luce dell'eccelsa qualità della prima stagione.

    VOTOGLOBALE 8

    fonte: .everyeye
     
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  2. Daddo94
     
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    User deleted


    Un DLC apprezzabile, sicuramente obbligatorio per chi ha intenzione di farsi la seconda stagione dato che sembra che questi personaggi ne faranno parte. A mio parere ci vorrà davvero tanto per superare la prima stagione di questo gioco, che IMHO supera in molti modi anche il telefilm. Ora che hanno messo i sottotitoli in italiano poi non ci sono veramente scuse per non comprare questa perla, che tra parentesi è stato nominato Gioco dell'anno 2012, e non è poco per un gioco da 25 euro.
     
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1 replies since 6/7/2013, 19:08   49 views
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